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Val d'Asta - Appennino Reggiano

Case Bagatti

Case Bagatti

Giglio Fioroni
Case Bagatti - Sante Borghi
Case Bagatti, sullo sfondo Il monte Penna. In primo piano il Casello in costruzione – Cartolina del fotografo Filippi dell’ 11/4/1957 (Fonte Sante Borghi)

Seguendo la strada che scende a Nord-Ovest di Case Balocchi sopra un crinale di roccia friabile e creta troviamo il borgo di Case Bagatti. Questo nome deriva dal casato di una antica famiglia ora estinta. Arrivati forse nella valle come primi venditori di filo, aghi, pettini e altre cose da poco (bagatelle) si stabilirono quì dando il nome al paese.* Il primo scritto del paese risale al 1781 ed è su una lapide in arenaria. Una casa di pianta quadrata a quattro acque ha un bel portale con arco a tutto sesto e dà su una delle più belle aie lastronate. Nella parte più vecchia del borgo, due degli edifici balconati in arenaria si potevano ammirare sino a poche decine di anni fa. Nella parte più alta vi era anche una torre, fu demolita per far la casa mezzadrile del prete (chiamata ancora : canonica).

Case Bagatti e Catena del Cusna - Sante Borghi
Case Bagatti e Catena del Cusna – Sante Borghi

A nord del borgo vi era la fucina del fabbro. Non v’è contadino di questa valle che non possieda ancora qualche attrezzo forgiato dall’operosità di questo fabbro che costruiva tutto ciò che non era possibile ottenere dal legno e dalla pietra.

 

Case Bagatti, scorcio - Sante Borghi
Case Bagatti, scorcio – Sante Borghi

Un po più in alto era la bottega del falegname. Questa persona aveva una inventiva degna di nota. Se una donna voleva un filatoio, un cardatoio, una culla o altri attrezzi per la casa, spiegava a questo falegname ciò che le serviva poi tranquila attendeva – era necessario un po di tempo per pensare come realizzare ciò che gli era stato chiesto; iniziava col cercare il legno giusto e metteva mano all’opera. Il tempo impiegato nel lavoro da questi artisti del ferro e del legno era molto, ma in compenso si accontentavano di poco. Ciò che li rendeva felici era la soddisfazione di aver realizzato un’opera che rimaneva unica e che era uscita dalla loro paziente inventiva e con i mezzi e i materiali a loro disposizione. Soddisfazione che non avrà riempito il portafoglio, ma che avrà appagato il loro animo. Ancora oggi troviamo quà a là qualche loro lavoro; opera di rara ingegnosità. Questa attività è ora proseguita dal figlio.
* Altra ipotesi potrebbe essere che avendo qualcuno messo in circolo nella valle il “bagattino” (moneta di non grande valore coniata nel 1477 a Reggio Emilia) li abbiano affidato il nome che poi è andato anche la paese. Vicino a Case Bagatti vi è un luogo detto “il bagattino”: che fosse luogo di commercio per i valligiani e i mercanti venuti da fuori?

Tratto dal testo “Alla scoperta di una valle, Val d’Asta”
di Giglio Fioroni e Olimpia Fioravanti