Le manifestazioni di benvenuto alla primavera, i riti di fertilità, particolari canzoni dedicate al mese di maggio e alla primavera si trovano nelle tradizioni popolari in diverse parti d’Italia: dalla Sardegna alla Sicilia, alla Calabria e, seguendo un itinerario segnato dalla dorsale appenninica, fino al Piemonte, nelle zone del Monferrato e nel Canavese. La Toscana, nell’epoca di Lorenzo il Magnifico, fu la terra dove il “maio” pose le sue radici più profonde, risalendo lungo i crinali dell’Appennino tosco-Emiliano toccando il Modenese, il Reggiano, il Parmense.
Sebbene ridotte ormai a piccole isole in seno alla cultura popolare dei nostri tempi, le rappresentazioni del Maggio ancora sopravvivono in alcuni luoghi dell’Appennino reggiano e modenese. Alcune di queste manifestazioni rituali di benvenuto alla primavera si svolgono nel mese di maggio e rappresentano il ritorno della bella stagione con la celebrazione del rifiorire dell’albero, e raggiungono il loro culmine con le rappresentazioni estive, in particolare con i Maggi lirici dell’Emilia Romagna e della Toscana e le rappresentazioni teatrali all’aperto, come i Maggi drammatici dell’Appennino tosco-emiliano, anche se questi hanno progressivamente perduto nel corso degli anni gli elementi rituali per acquisire sempre maggiori caratteristiche di spettacolo.
La canzone di Maggio che si identifica nel Maggio lirico, si presenta in due versioni, a seconda del giorno e delle finalità per cui si canta, che danno origine al Maggio sacro e a quello profano.
Il Maggio sacro, detto anche delle “Anime”, si canta la prima domenica di maggio e ha lo scopo di raccogliere offerte per una messa in suffragio dei defunti. Infatti, alcuni cantanti accompagnati da suonatori di fisarmonica, chitarra e violino vanno per le strade del paese cantando e questuando. Il Maggio profano, invece, detto anche delle “Ragazze”, si svolge nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio e ha lo scopo di propiziare la venuta della buona stagione. Anche qui, un gruppo di cantori con accompagnamento di fisarmonica, violino e chitarra percorre le strade del paese cantando una serenata in onore della primavera: “Ecco il ridente maggio / ecco quel nobil mese, / che sprona ad alte imprese / i nostri cuori”. Alcune strofe particolari vengono cantate sotto le finestre delle ragazze: si tratta dell’ “Ambasciata”.
Da queste due forme di canzoni di maggio, che trovano la loro origine nell’antica matrice dei riti di fertilità, è derivato il Maggio drammatico o epico, influenzato sicuramente anche da altre forme drammatiche come le Sacre rappresentazioni.
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