Un cimitero della nostra vallata, a poca distanza da Gazzano, mi ha colpito per un particolare scolpito su un pilastro in pietra dell’entrata.
![Ingresso cimitero di Febbio](https://www.valdasta.it/wp-content/uploads/2017/04/vda_ecffc70a_7e9defd365a4_e6e552ec4677.jpg)
Si tratta del cimitero di…. lascio a voi indovinare, se siete degli osservatori lo capirete subito.
La scultura rappresenta il fascio Littorio, un po’ rovinata dalle intemperie, ma perfettamente riconoscibile.
![Particolare del Fascio Littorio (Cimitero di Febbio)](https://www.valdasta.it/wp-content/uploads/2017/04/vda_fc767a87_a591999b53a9_81b5eb75093b.jpg)
Le origini dei “fasces lictori” risalgono agli Etruschi e i Romani li avrebbero introdotti nell’antica Roma, facendo precedere i re, dai littori ( uomini addetti a questo compito) che recavano sulle spalle un fascio di bastoni di legno, legati con strisce di cuoio intorno ad una scure.
In seguito divennero simbolo di potere e assunsero la forma di fascio cilindrico, formato da verghe di betulla bianca, legate da nastri di cuoio (f asces in latino).
Vennero poi ripresi come simbolo nell’araldica da movimenti e ideologie politiche nel ventesimo secolo, come il fascismo.
![Opera funeraria dei primi anni '40](https://www.valdasta.it/wp-content/uploads/2017/04/vda_1766c0b9_10919644df81_0836b9eba148.jpg)
Durante il ventennio del governo fascista, molte costruzioni pubbliche ed opere d’arte, si ispirarono allo stile romano, senza però far mancare il fascio Littorio su muri, colonne ecc…
Questo simbolo è arrivato ai giorni nostri, quasi intatto , scolpito sulla colonna del piccolo cimitero , ai piedi del Cusna! Ormai avrete capito che si tratta del cimitero di Febbio.