Il Fosso della Piella e il Fosso degli Arati si uniscono poco sotto il Rescadore formando il Rio delle Tagliole. E’ questo il famoso fosso che per motivi politici ha tenito diviso per parecchio tempo la valle. Noi ora passando incontreremo il primo paese sulla via che va a Monteorsaro: Febbio.
Fu chiamato Febium, Feblum, Febius. E’ stato costruito vicino a un lago originato da ghiacciai. Una slavina nel 1852 tormentò il paese. Ricostruito fu poi squassato l’8 settembre 1920 da un’altra frana e terremoto che ancora lo rovinò in gran parte. Resta così ben poco ad un paese tanto provato da raccontrarci con cose antiche.
All’ingresso del paese c’è un orologio in arenaria incastonato in un muro nuovo. Nei primi del 1600 aveva 137 anime con 30 famiglie, che diventarono 337 nel 1788, 413 nel 1849, 719 nel 1921 (negli ultimi tre computi forse è pure compresa tutta la parrocchia).
E’ stato sede di comune all’epoca napoleonica che, rimaneggiato varie volte, risultava: Asta col comune di Febbio o Asta col comune di Gazzano. L’ultimo comune di Febbio (1805) con Asta, Deusi, Riparotonda, che contava 1418 anime. La popolazione era dedita alla pastorizia ed è, forse questo mestiere che gli ha trasmesso la tenacia di ricostruire per più di una volta, il loro borgo.
Tratto dal testo “Alla scoperta di una valle, Val d’Asta”
di Giglio Fioroni e Olimpia Fioravanti
Accoglienza turistica: Pro Loco Febbio