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Val d'Asta - Appennino Reggiano

Ricordi della liturgia del Venerdì santo

Ricordi della liturgia del Venerdì santo

Ho un ricordo particolare di questa funzione. Le campane erano legate, morto Gesù, nessun suono argentino si doveva sentire.

da “Le campane nella Settimana Santa” del Gruppo Campanari Barga

Già dal Giovedì Santo la perpetua preparava i vasi per il decoro del sepolcro, e non essendoci fiori, metteva almeno 4 vasi davanti al drappo nero, seminati con la veccia, un legume fatto crescere al buio.

Il Sepolcro, Vinci 2010
i filamenti che riempivano il vaso erano di colore biancastro e per me una meraviglia! (fonte Il Sepolcro, Vinci 2010)

Quanto freddo ho patito in chiesa! Non v’era riscaldamento. Al momento dell’Adorazione della Croce, ci si toglievano le scarpe, con il ginocchio scoperto sotto la gonna si andava al centro della navata e, pian piano, chinando il capo alcune volte sul pavimento, si arrivava ai piedi dell’altare dov’era esposta la Croce e la si baciava.

"Chiesa
Chiesa di San Marco Evangelista <Gazzano, Villa Minozzo>

Ancor oggi nella parrocchia di Gazzano questa cerimonia continua.

Negli anni antecedenti mi raccontavano che le croci da adorare erano due: una per gli uomini e una per le donne, come del resto i posti a sedere nelle panche: a sinistra le donne e a destra gli uomini. Le donne rigorosamente col capo coperto e non si poteva oltrepassare la balaustra dell’altare.

Il Concilio Vaticano II del 1962 diede una svolta epocale e sparirono queste discriminazioni ingiustificate.

Ricordo con simpatia ed un sorriso la chiusura della funzione del venerdì Santo, perché i bambini ed anche i ragazzi più grandicelli, aspettavano un segnale da parte di un adulto addetto a questo cerimoniale, per iniziare a suonare la “ranella” uno strumento artigianale in legno, con un ingranaggio dentellato, che veniva fatto ruotare su un manico velocemente , producendo un rumore simile al gracidio delle rane e molto sgraziato.

La ranella
La ranella di Giorgio Chiesi

Davanti al sagrato andavano avanti per un bel po’, continuando anche lungo la strada! Sacro e profano!