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Val d'Asta - Appennino Reggiano

Le miniere d’argento di Casalino

Le miniere d’argento di Casalino

Dalla galena, solfuro di piombo, un minerale dal quale si estrae il piombo, viene ricavato anche l’argento (galena argentifera); quest’ultimo però nelle miniere di Casalino di Ligonchio era in realtà presente in percentuali pari a poche unità per tonnellata. Ciononostante, nei secoli passati, spesso e volentieri l’estrazione dell’argento dalla galena argentifera, costituiva un guadagno aggiuntivo specialmente utile a quelle piccole miniere che avrebbero avuto difficoltà a sussistere con il solo ricavo ottenuto dall’estrazione del piombo.

Le miniere di Casalino di Ligonchio risultavano essere in attività nel XVII ma probabilmente erano conosciute già in precedenza.
Probabilmente furono le esigenze finanziarie del Ducato Estense che spinsero ad aprire miniere d’argento nel proprio, ovunque fosse possibile e minimamente remunerativo. Quelle di Casalino, situate su uno strapiombante ciglio sulla vallata dell’Ozola sul bordo degli Schiocchi, ebbero breve fortuna e di esse ormai restano poche tracce.

Qui le ultime attività estrattive furono condotte durante la prima guerra mondiale, impiegando alcuni prigionieri austrici: minatori provenienti dalla zona mineraria degli Alti Tauri e pertanto esperti in tale tipo di lavoro.

Essi trasportavano il manierale estratto raccogliendolo nei loro tipici ampi grembiuli di cuoio, difatti da qui deriva il nome attribuito alla “Grotta dei Grembiulucci”. Le tracce ancora visibili della miniera risalgono a quel periodo, quando la sua conduzione era destinata all’estrazione della galena di piombo. Gli accessi alle gallerie sono ora praticamente crollati ed il tempo e la natura stanno inesorabilmente cancellando ogni traccia di storia. Sulla sommità della miniera, a livello del terreno, resta ben individuabile un catino scavato nell’arenaria, nel quale veniva lavato il minerale grezzo per separarlo dalle impurità che venivano ammassate poco più in là, sul margine a strapiombo sull’Ozola, e dove parte di tali residui sono ancora visibili.

Arrivare alla miniera è abbastanza agevole: salendo dal borgo di Casalino sul sentiero C AI 625, poco sopra al paese si attraversa il rio Samagna (1171 m) , superatolo, a destra, si imbocca una carraia, percorrendo la quale e facendo attenzione a seguire l’indicazione suggerita da due segnali “M” incisi sul tronco di due faggi si arriva, dopo una discreta salita all’interno della faggeta, sul bordo degli Schiocchi nella zona delle antiche miniere di Casalino

place 1270 m 608502E-4907383N (0.20-5.20)(coordinate ED50 / UTM Zone 32N EPSG:23032)
Coordinate convertite in formato Google Map compatibile WGS84 GD grazie allo strumento di UltraSoft3D

Una facile escursione alla ricerca di un frammento del nostro passato. Percorrendo il sentiero è inevitabile pensare al duro lavoro dei minatori che qui vi avevano lavorato, quotidianamente costretti in una attività rischiosa entro stretti cunicoli scavati a mano tra la roccia; quale grande fatica per un misero guadagno.